Domande e risposte
La presenza di disturbi minzionale è sinonimo di ingrossamento prostatico (ipertrofia prostatica – prostatite) e richiede un trattamento medico-farmacologico o chirurgico nei casi più gravi.
I disturbi più' classici sono la riduzione della forza del getto urinario, la necessità di urinare in più' tempi, lo sgocciolamento al termine della minzione e l’incapacità di svuotare completamente la vescica al termine della minzione. A volte il paziente non lamenta importanti disturbi pur in presenza di una grande prostata ostruente. L'urologo esperto può in questi casi chiarire la reale condizione clinica del paziente con alcuni esami strumentali, in primis ecografia ed esame urodinamico completo. Una prostata presenta un’indicazione chirurgica nel paziente che lamenta importanti disturbi urinari ostruttivi in progressivo peggioramento e nel quale test specialistici ad hoc dimostrino in modo certo che l'ingrossamento prostatico provochi uno sforzo eccessivo da parte del muscolo vescicale al momento della minzione.
Il PSA (antigene prostatico specifico) è il principale marcatore per il tumore della prostata. Si ritiene oggi che ogni uomo a partire dai 50 anni di età
(dai 40 anni se esistono già casi di tumore della prostata in famiglia) debba eseguire il test del PSA una volta all'anno. La normalità è tipicamente considerata al di sotto di 2.5 ng/ml. Il PSA può alzarsi oltre a questo limite per un’infiammazione della prostata (prostatite), per un ingrossamento benigno (ipertrofia prostatica o adenoma prostatico) o per un tumore. Se esiste un anche piccolo sospetto di tumore prostatico è necessario eseguire la biopsia prostatica, esame oggi del tutto indolore e che viene praticato in regime ambulatoriale. E' a mio parere importante eseguire il PSA e farsi visitare una volta all'anno.
L'interesse nel dosare il PSA prima dei 50 anni e in particolare tra i 40 ed i 50 anni di età deriva dal fatto che quasi sempre in questa fascia di età la prostata non è ancora ingrossata e quindi il PSA
rispecchia più fedelmente la salute della ghiandola. Di recente sono stati resi noti i risultati di studio eseguito in Svezia che ha tenuto sotto stretto controllo medico 2000 soggetti maschi dall'età dei 40 anni fino agli 85. Si tratta di una ricerca iniziata alla fine degli anni ‘60 nella regione di Malmoe, nel Sud della penisola scandinava. In questo studio sono stati individuati coloro che hanno sviluppato un tumore della prostata che ha portato o all’insorgenza di metastasi a distanza o alla morte del paziente. Sono stati quindi recuperati i prelievi di sangue eseguiti 40 anni prima circa in questi soggetti e si è calcolato il PSA. In questo campione di uomini si è visto quindi che se il primo PSA eseguito in età inferiore ai 50 anni risulta essere inferiore a 0.6 ng/ml il rischio di sviluppare un brutto cancro della prostata sia veramente infinitesimale. Con il progressivo aumento del valore del PSA si osserva un progressivo aumento di rischio di sviluppare un cancro prostatico serio. Sempre lo studio svedese suggerisce che nei soggetti con età inferiore ai 50 anni, un valore di PSA di 1.5 ng/ml o superiore detta la necessità di tenere il paziente sotto controllo annuale.
La biopsia prostatica consiste nell'eseguire una serie di microprelievi di tessuto dalla prostata stessa per escludere la presenza di un tumore.
Si esegue sempre sotto guida ecografica transrettale e con l'utilizzo di anestesia locale che deve rendere la procedura indolore. E' importante che vengano eseguiti almeno 12 prelievi prostatici per essere certi di ottenere un "mappaggio" completo della prostata. Il numero dei prelievi dipende anche dal volume prostatico: più' grande è la prostata maggiore il numero dei prelievi.
La presenza di sangue nelle urine si definisce ematuria e deve sempre essere valutata con grande attenzione, in particolare modo quando il/la paziente vede proprio con i suoi occhi le urine rosse o rosate (macroematuria).
Al contrario le urine possono avere un colore sempre normale ma l'esame delle urine può identificare tracce di sangue (microematuria). Bisogna sempre rivolgersi al medico in presenza di ematuria. Le cause più' frequenti comprendono la calcolosi delle vie urinarie, le infezioni ma anche i tumori. Di solito se il sangue si osserva all'inizio della minzione (ematuria iniziale) l'origine dell'ematuria è prostatica; se il sangue si osserva più' al termine della minzione (ematuria terminale) l’ematuria ha più' frequentemente un’origine vescicale mentre se le urine sono rosse dall'inizio alla fine della minzione si pensa a un’ematuria di origine alta, cioè ureterale o renale. Tipicamente il paziente che riferisce ematuria viene studiato con esami di laboratorio, citologia urinaria, ecografia apparato urinario o cistoscopia flessibile. Si deve sempre escludere la presenza di un tumore delle vie urinarie
La presenza di sangue nello sperma, definita emospermia, è quasi sempre indicativa di una infiammazione della prostata (prostatite). Tipicamente si presenta nell'uomo giovane, ma può manifestarsi anche dopo i 50 anni.
E' un sintomo che è bene discutere sempre con il medico. La terapia classica è antibiotica, di solito con farmaci antibiotici che devono essere somministrati a dose piena e per almeno 3 settimane. L’emospermia può ripresentarsi nel tempo.
La ricerca di un figlio è una questione di coppia i cui problematiche femminili e maschili hanno pari importanza.
In circa la metà dei casi, l'infertilità ha una causa maschile.
Se sei un uomo di una coppia alla ricerca di figli, fai una visita andrologica ed uno spermiogramma.
Solo la collaborazione tra andrologo e ginecologo aumenta le possibilità di successo